Stai leggendo:
  • Home
  • Ambiti d'intervento
  • Disturbi d'ansia
  • Disturbi di panico

Disturbi di panico

Disturbo di panico Gorizia

I disturbi d’ansia sono un insieme di disturbi caratterizzati da un’ansia eccessiva che compromette il funzionamento personale, lavorativo e sociale dell’individuo.

Disturbo di panico

Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia caratterizzato da attacchi di panico frequenti ed inaspettati.

Che cosa è un attacco di panico?

L’attacco di panico consiste in un brusco aumento dell’intensità della paura/ansia, la quale raggiunge un picco molto alto in un breve lasso di tempo, durante il quale si possono manifestare almeno 4 dei seguenti sintomi:

  • palpitazioni, percezione accentuata del proprio battito cardiaco o tachicardia;
  • sudorazione accentuata;
  • tremori o agitazione;
  • sensazione di mancanza d’aria o di soffocamento;
  • dolore o fastidio al petto;
  • nausea o disturbi addominali;
  • sensazione di sbandamento, di instabilità, sensazione di “testa leggera” o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata), confusione mentale;
  • brividi o vampate di calore;
  • sensazioni di intorpidimento o di formicolio;
  • sensazione di irrealtà (derealizzazione, es. sensazione che ciò che vediamo, o che comunque percepiamo, non sia reale) o sensazione di essere staccati da se stessi (depersonalizzazione);
  • paura di perdere il controllo o di impazzire;
  • paura di morire.

L’attacco di panico, dunque, è la forma più acuta e intensa dell’ansia. In genere, chi ha avuto esperienza di uno o più attacchi di panico tende di conseguenza a sviluppare la paura che l’attacco di panico possa verificarsi nuovamente e a preoccuparsi rispetto alle conseguenze dell’attacco di panico stesso (es. paura che col verificarsi di una serie di attacchi di panico si possa impazzire, perdere il controllo, rischiare un attacco cardiaco, ecc.). Chi soffre di Disturbo di panico sviluppa quindi la tendenza ad evitare tutta una serie di situazioni che vengono considerate come “a rischio” (es. evitare i luoghi in cui gli attacchi di panico si sono già verificati, evitare luoghi dove risulta difficile trovare “una via di fuga”, evitare di allontanarsi da posti familiari, evitare di stare da soli).

Tali comportamenti, se estesi a diversi ambiti e situazioni della vita quotidiana, risultano molto invalidanti e costrittivi per la persona che li vive, tanto da condizionare in modo significativo la sua vita.

Cause

Secondo gli studi in ambito scientifico non è possibile risalire ad un’unica causa del disturbo, ma sono stati individuati una serie di fattori di rischio che concorrono all’insorgenza del disturbo di panico, che risultano essere:

  • situazioni stressanti fisiche (es. malattie, mancanza di sonno, uso di sostanze stupefacenti) e psicologiche (es. stress lavorativo, problemi finanziari, cambi di ruolo, conflitti interpersonali, malattie di familiari, lutti, esperienze traumatiche);
  • iperventilazione, che consiste in una respirazione più rapida e profonda rispetto al fabbisogno d’ossigeno dell’organismo in un determinato momento (in genere, la persona che ha la sensazione di soffocare tende a respirare con ritmo veloce, ingoiando più aria possibile, nell’idea altrimenti di soffocare);
  • predisposizione genetica e familiarità, per cui i consanguinei di primo grado si trasmetterebbero la tendenza a rispondere con l’ansia a determinati stimoli;
  • caratteristiche di personalità, consistenti essenzialmente in una sensibilità agli stimoli ansiogeni, che si manifesta in particolare con uno stile di pensiero catastrofico.

Trattamento

Secondo le evidenze scientifiche, attualmente la psicoterapia più efficace per la cura del Disturbo di Panico è quella cognitivo comportamentale.

La terapia cognitivo comportamentale per il disturbo di panico si basa sul presupposto secondo il quale, durante un attacco di panico, la persona tende ad interpretare alcuni stimoli esterni (es. file nei luoghi chiusi, locali affollati) o interni (es. tachicardia, sensazione di svenimento, confusione mentale) come pericolosi, come il segnale di un’imminente catastrofe. Tali interpretazioni catastrofiche scatenano l’ansia, con i relativi sintomi mentali e fisici. Se i sintomi dell’ansia vengono poi, a loro volta, interpretati in modo catastrofico, ossia se si immaginano conseguenze disastrose, il livello d’ansia cresce ulteriormente, ingabbiando la persona in un circolo vizioso che culmina in un attacco di panico. Da questo punto in poi si tenderà a mettere quindi in atto comportamenti di evitamento e comportamenti protettivi, che rappresentano dei tentativi per fuggire dall’ansia.

Il trattamento cognitivo comportamentale prevede un protocollo che implica visite con frequenza settimanale e si articola nelle seguenti fasi:

  • psicoeducazione sul disturbo, che consiste nel fornire al paziente informazioni su come funziona il suo disturbo;
  • ricostruzione della manifestazione iniziale e attuale del disturbo;
  • insegnamento di tecniche per la gestione dei sintomi dell’ansia;
  • individuazione delle interpretazioni erronee (es. pensieri catastrofici) che portano all’attacco di panico e ristrutturazione cognitiva di tali interpretazioni;
  • esposizione graduale alle sensazioni e agli stimoli temuti ed evitati (le esposizioni prevedono inizialmente la presenza del terapeuta se necessario);
  • prevenzione delle ricadute.

Dott.ssa Pamela Rigotti
Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia

Mi occupo di

Ambiti d'intervento

Trauma

Articoli

Dott.ssa Pamela Rigotti

Psicologa Psicoterapeuta a Gorizia
Iscrizione Albo n.1549, dal 2012
P.I. 01153870314

Contatti

© 2020. «powered by Psicologi Italia». È severamente vietata la riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei contenuti di questo sito.

www.psicologi-italia.it